La chirurgia estetica può trasformare e migliorare l’aspetto di una persona ma, a volte, interventi ripetuti o risultati non in linea con le proprie aspettative possono tradursi in un aspetto innaturale o poco armonioso. In questi casi, molti pazienti si chiedono se sia possibile tornare a un look più naturale, recuperando quell’equilibrio estetico che sembra perduto.

La chirurgia estetica è permanente, ma interventi eseguiti in modo disarmonico e/o esagerato possono essere reversibili, affidandosi a un chirurgo esperto e con una programmazione avanzata dell’operazione correttiva, pianificando le modalità d’intervento secondo il risultato desiderato. La medicina estetica, se eseguita in modo corretto e con materiale a norma, è invece totalmente reversibile. Se il materiale permane oltremodo, e “migra”, significa che è stato impiantato male e/o che è scadente. Anche in questo caso, l’intervento deve essere attentamente progettato ed eseguito da un chirurgo specializzato.

Rimuovere i filler si può?

I filler a base di acido ialuronico, ad esempio, possono essere sciolti e dissolti mediante un’iniezione di ialuronidasi. L’iniezione avviene con aghi molto sottili, all’interno del tessuto da trattare, sotto copertura antibiotica. Generalmente basta una seduta, e gli effetti sono visibili in 24 ore, ma potrebbero volerci sedute ulteriori se la quantità di filler iniettato è importante o se è trascorso diverso tempo dalla procedura col filler. In caso di filler non riassorbibili, come quelli a base di poliacrilammidi che possono causare accumuli cistici, si rende invece necessaria la procedura chirurgica: il chirurgo (che deve rigorosamente essere un professionista preparato) eseguirà un’incisione di pochi millimetri, per drenare il filler. In alcuni casi, come per i filler a base di olio di silicone e metacrilati, che causano accumuli di tipo infiltrativo, si va infine a impiegare il laser a diodo e a fibra, la cui luce riscalda la sede del filler provocandone la liquefazione e la fuoriuscita attraverso la spremitura con le dita.

Più complesso è cancellare, o modificare, gli effetti di procedure di chirurgia plastica.

Come modificare gli effetti della chirurgia estetica: le protesi al seno

Uno dei casi più frequenti è la richiesta, da parte delle pazienti, di rimuovere o sostituire le protesi al seno.

L’intervento di rimozione o sostituzione delle protesi è una procedura chirurgica che può rendersi necessaria per diversi motivi, da eventuali complicazioni al desiderio di cambiare taglia. Qualunque sia la motivazione, prima dell’intervento il chirurgo andrà ad esaminare lo stato delle protesi e del tessuto mammario, discutendo le varie opzioni di intervento. A quel punto, viene selezionata la protesi più adatta in base alle preferenze del paziente e alla struttura del suo seno. Oppure, si programma la rimozione dell’impianto esistente, senza sostituirlo.

Durante l’intervento, eseguito in anestesia generale, si accede alle protesi attraverso l’incisione, e la si rimuove insieme alla capsula fibrosa (se necessario). Se la paziente non desidera una sostituzione, il chirurgo può modellare i tessuti rimanenti o eseguire una mastopessi (lifting del seno) per migliorare l’estetica. In caso di sostituzione, invece,

le vecchie protesi vengono rimosse, eventuali capsule fibrose anomale vengono trattate o rimosse, e le nuove protesi vengono inserite nella stessa tasca o in una posizione diversa.

Chirurgia estetica del viso: la correzione della blefaroplastica

Per quanto riguarda invece la chirurgia estetica del viso, ci sono casi in cui gli interventi sono irreversibili e altri in cui intervenire è possibile. Ad esempio, la blefaroplastica.

Tipicamente, il paziente si rivolge nuovamente al chirurgo estetico in caso di sovracorrezione del difetto iniziale, con conseguente insoddisfazione estetica e disturbi funzionali. Può succedere, ad esempio, che per via di un’eccessiva rimozione del tessuto cutaneo ci sia una chiusura incompleta delle palpebre, che venga accentuata la piega palpebrale superiore dando vita a un aspetto incavato e stanco, che il margine palpebrale inferiore si abbassi, che l’occhio abbia un aspetto eccessivamento tondo o piangente.

L’intervento correttivo, che solo un chirurgo professionista può eseguire, dovrà essere completamente personalizzato sulla base del difetto estetico. Di norma, le tecniche consigliate sono il lifting malare (procedura chirurgica volta a ridurre i segni dell’invecchiamento nella zona zigomatica) insieme alla cantoplastica (rimodellamento della forma dell’occhio).

Se sei insoddisfatto del tuo aspetto estetico, per via di precedenti interventi, contattami per un appuntamento!